Tanto rumore per tutti

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Sembra una storia di spionaggio. C'è un documento trafugato, un politico insultato, lavoratori giustamente arrabbiatissimi, e qualcuno che manovra dietro le quinte.
Cosa sta succedendo?

Lunedì in consiglio sono irrotti educatrici arrabbiate sventolando sotto il naso dell'assessore e del consiglio un documento interno rispetto alla fondazione.
Chi ha divulgato il documento? 
Con ogni probabiltà qualcuno che manovra. Ma l'importante non è chi manovra o perché lo fa, l'importante è che si sta facendo una confusione terribile in una situazione difficilissima, in cui ci vorrebbe massima lucidità e una visione ampia del problema. Le difficoltà che qualcuno riassume  con "la Merkel ordina e Merola esegue" sono ben più complesse e riguardano lavoratori qualificati e mal trattati, precari, nell'ordine di centinaia che non sanno di che morte morire, riguardano la politica paralizzata e imbarazante e in fine, spesso dimenticati i bambini. Il tutto è impantanato da leggi, circolari, e normative ai confini della realtà, informazioni superficiali e prese di posizioni audaci.
La battaglia
La battaglia del tutto pubblico che qualcuno con l'Usb porta avanti è bellissima e l'abbiamo persa tanto tempo fa, da almeno un decennio. Ma non per questo tutto è perduto anzi, c'è un'altra battaglia da fare che è davvero impegnativa. Ciò oggi è prevedibile è che ci sarà uno stravolgimento dei servizi educativi nidi e scuole dell'infanzia. E allora la battaglia deve essere tutto il pubblico possibile, per qualità massima con un rigore vero. Ci sarà un cambiamento delicattissimo chiediamo come genitori e cittadini di poter partecipare, in una proposta che si chiama democrazia e che è difficilissima da ottenere.
Le risposte fino ad ora
Le ipotesi tecniche di gestione sono state principalmente due: privatizzare, strada molto praticata e l'idea della fondazione. La fondazione potrebbe essere una buona alternativa rispetto al servizio pubblico? Non lo so ,quello che è certo è che gli enti hanno le spalle al muro da vincoli, vincoli che hanno la volontà di controllare i conti e di esternalizzare. Che sia fondazione, istituzione o azienda speciale, che sia pubblica, mista o privata,  la certezza è che così non si può andare avanti. Non in questo scenario.
Privato e pubblico
Il problema grandissimo è come continuare a gestire? E se le cose semplici si complicano e quelle difficili non si raccontanto, allora la soluzione sfuma. Ma le cose da dire sarebbero tante. I privati e gli appalti convengono perché si risparmia sul lavoratore, che attenzione, non è, come spesso mi capita di sentire, meno preparato, no, è solo mal pagato con una notevole differenza di salario e con contratti davvero peggiorativi. Come poter rendere migliori i contratti e più vicini a quelli pubbici ? Di questo non sento parlare o perlomeno non quanto sarebbe il caso di fare.
L'informazione
Altro tasto dolente è l'informazione. Così non va e non per demerito dei colleghi giornalisti. L'informazione non va perché è più facile dire e non dire, sussurare e smentire che, ma questa è una mia ipotesi, ammettere che le soluzioni alternative sono scarse, labili, incerte.
La fondazione
L'idea è partita da Modena. Si aveva in mente una gestione pubblica con solo soldi pubblici, per avere uno strumento di diritto privato che potesse scavalcare vincoli di spesa e limiti d'assunzione. Nei fatti non è andata così e Modena sta creando una fondazione che applata alcuni servizi , come si sta ipotizzando a Bologna. La cosa buffa è che Modena è riuscita a gestire questo passaggio dove Bologna sta fallendo. Là si sono condivise le difficoltà, si è consultato un comitato genitori parteciape e volenteroso e i sindacati. Le  difficoltà sono state moltissime e continuano ad esserci momenti di profonda crisi, ma si è condiviso.
A Bologna
La città che vanta per prima l'apertura dei primi nidi in Italia e per delle scuole dell'infanzia comunali, oggi si ripiega su se stessa e non riesce ad uscire da colpi di scena, accuse e denunce.
La tendenza 
Dividere i cattivi di qua e i buoni di là. E' semplice si procede per schemi con urla, si procede divisi, senza ascolto, senza capirsi, senza confronto...
Di idee ce ne sono poche, ma se siamo nani possiamo salire sulle spalle dei giganti (i nostri predecessori) e guardare oltre il presente. Di giganti a cui ispirarsi Bologna ne ha avuti tanti. E se di soluzioni non riesco a vederne una strada da percorrere sì sedersi ad un tavolo: politici, amministrazione, genitori, sindacati, lavoratori per sbranarsi ma uscire con proposte.
A questo punto chiudo con una domanda che vuole essere aperta: perché tra il '14 e il '19 sotto la giunta Zanardi, Bologna è riuscita ad aprire tante scuole dell'infanzia, in poco tempo, senza soldi e sotto le bombe?