ASP: tre città a confronto

annika












Un'intera giornata per parlare di ASP. Due tavoli e tante voci che si sono succedute tra mattina e pomeriggio. Ma partiamo da principio. ASP sta prendendo piede in diverse città, e in tutte si sta ipotizzando di mettere in
gestione il welfare che fino all'altro giorno era per gran parte gestito dai comuni. Bologna ha aperto un dibattito e confronto con Milano e Firenze. A Firenze le 4 asp si sono unificate in un unico soggetto, dove i tagli, secondo il relatore Marco Seracini presidete di ASP unica, si sono perpetrati solo nei consigli d'amministrazione. Le finalità di gestione sono molteplici: dalla cura per gli anziani alla formazione e alla didattica.
Mentre Milano dopo una stagione di esternalizzazione massiccia dei servizi, sta affrontando un rientro dei servizi che da privato tornano al pubblico.
Tutti i relatori si sono trovati concordi su un punto: il welfare sta cambiando e deve cambiare il modo in cui si gestisce. I motivi? Molteplici. Le famiglie non sono più quelle di una volta, come portava ad esempio il presidente della CErgas  Francesco Longo "Oggi le famiglia a Bologna sono 200mila, poco più della metà sono composte da una sola persona, 50mila sono composte da due persone, ciò significa che il modello di famiglia come lo immaginiamo non è più quello consueto". Altra caratteristica sociale di profondo mutamento è determinato dall'allungamento della vita. Come ricordava l'assessore bolognese alla sanità Rizzo Nervo e, come troppo poco si sottolinea, "La vita si è allungata e di conseguenza aumentano anche i costi rispetto alla cura e alla sanità" La vecchiaia ha un costo ed è un costo in aumento, a fronte di un abbassamento delle nascite e una diminuzione delle entrate in tasse. "La gestione del welfare in ASP -ha continuato il professor Longo- crea modelli pregevoli, consente ad esempio di sboccare capitali economici oggi fermi o poco produttivi, ma anche incertezze." Una volta partiti verso questa trasformazione si può tornare indietro, ma è molto difficile. I tempi politici e amministrativi si aggirano attorno ai 5 anni. "Quando si parte di deve essere sicuri e procedere determinati" A smentire questa analisi temporale, il presidente dell'ASP di Firenze che ricordava come per la fusione delle 4 aziende si siano impiegati soli 13 mesi.
Nel vivo della discussione i sindacati hanno irrotto per due volte con due sigle sindacali CUB seguiti da USB. Striscioni e megafoni hanno ribadito la volontà a non cedere ad una scuola non più comunale e quindi non più pubblica. La più grande preoccupazione è che l'affido ad ASP sia il primo passaggio ad all'esternalizzazione.
E mentre la città si scaglia contro ASP, la privatizzazione sta già avvenendo e in sordina. Stanno chiudendo tre nidi privati, che offrivano un numero complessivo di circa 80 posti in convenzione, quindi pubblici, mentre i nidi chiudono riapriranno come scuole dell'infanzia gestiti da cooperative. Per offrire posti pubblici? Ancora non si sa. Tra gli striscioni srotolati si leggeva "non vogliamo un welfare di carità!" E mentre la scuola è in prima linea poco hanno da dire gli assistenti sociali che saranno comunque gestiti da ASP.
Concludiamo con un'interessante osservazione sempre del professor Longo "Il vero problema nel creare un soggetto così potente, forte di migliaia di dipendenti, è quello di addombrare il potere politico" Chi poi sarà a fare scelte? L'assessore di competenza? O i dirigenti? E ancora con chi si dovrà interfacciare l'utente? Longo ha parlato chiaramente anche di contratti "I  contratti dovrebbero essere equi e di buona qualità per far funzionare al meglio il soggetto gestore." Rizzo Nervo invece ha fatto un altra considerazione che si sente poco, mentre è determinante per mantenere la qualità. ASP pare essere una buona soluzione, per unificare un welfare che oggi, a Bologna come altrove, è frammentato e diviso in troppi gestori, che creano confusione e caos e inevitabilmente mettono in secondo piano la qualità.