Tutti in piazza per le infanzie 0-6: Lorenzo Campioni racconta















Si tratta di un evento che si sparpaglia in tante piazze italiane. Domenica primo dicembre i cittadini si incontreranno per celebrare ma anche per difendere i servizi educativi. A Raccontarci i motivi e le modalità dell'evento abbiamo incontrato Lorenzo Campioni presidente del Gruppo nazionale nidi e infanzia, l'associazione che ha lanciato l'iniziativa.

Perché questa iniziativa?
Si tratta di un evento pubblico, una festa, per ritrovarci in piazza ma anche per chiedere una nuova legge per lo 0-6. E' questo il tema di quest'anno. Siamo partiti nel 2011 con un'iniziativa dal titolo: le 1044 piazze per festeggiare la legge 1044, la legge che nel 1971 ha istituito i nidi comunali. Nel 2012 abbiamo coinvolto le cittadinanze chiedendo loro di scrivere perché i servizi erano importanti. Ci sono arrivati tantissimi messaggi che abbiamo raccolto. Per il 2013 abbiamo lanciato l'ipotesi di un flash mob. L'evento è accompagnato da un logo che rimarrà anche per futuri eventi e manifestazioni.
Perché puntare sullo 0-6?
Intanto per immetterci in circuito internazionale, l'Europa ragiona da tempo sul fronte dello 0-6. Poi perché dal 1971 ad oggi le cose sono molto cambiate. Sono cambiati nidi, che si sono hanno variato l'offerta in diversi servizi, ma più in generale è cambiata la società. Ragionare sullo 0-6 permetterebbe una più agevole continuità tra nidi e scuole d'infanzia, pur rimanendo nelle dovute e necessarie differenze.
Un commento sull'ultimo rapporto Istat?
Il rapporto ci fa chiaramente capire che siamo di fronte ad arresto e un arretramento. La diffusione si è estesa fino al 14%, tra il 2011 e 2012 si assiste ad un arretramento che ci fa tornare indietro al 13.5%. Questa flessione è dovuta alla crisi diffusa. Sono molto preoccupato.
Alla crisi ma anche all'aumento delle rette...
Gli Enti hanno tentato di arginare le loro difficoltà aumentando le rette, senza tener conto che le famiglie sono una categoria già fortemente martoriata dalla crisi. I geniori sono spesso costretti a scelte drammatiche.
Che finalità dovrebbe avere una nuova legge 0-6? 
Intanto come dicevo quella di unificare il tratto 0-6, poi riconoscere un investimento da parte dello Stato almeno quinquennale. Non si può sempre ragionare sull'urgenza. C'è bisogno di pianificare. Inoltre una chiara e definitiva deroga al patto di stabilità e in generale porre i servizi sotto il ministero dell'istruzione. Solo così si potrà far decollare davvero i servizi a livello educativo.  
Quindi lo Stato è assente economicamente?
Nella legge di stabilità non è destinato un euro ai servizi educativi. In altri paesi dell'Unione Europea, ad esempio la Francia, l'investimento è pari 50% della spesa. Oggi in Italia la spesa è sulle sole spalle dei comuni e delle famiglia. I comuni hanno avuto una spesa annua di 1500 mln, lo Stato nulla. Uno sbilanciamento troppo pronunciato, non trova?
In termini gestionali: tra pubblico, privato, asp, fondazioni ecc ne individua una migliore di altre?
Credo che all'ente locale spetti la regolazione di tutti i servizi, così che le responsabilità qualitativa e quantitativa siano rintracciabili. Il cittadino deve aver chiaro a chi rivolgersi. Credo poi che una certa quota debba rimanere a gestione diretta, solo in questo modo il personale può conoscere i servizi per esperienza diretta e così amministrare nel migliore dei modi. Il resto delle gestioni sono ammesse per legge e possono essere. L'importante è mantenere alto il livello della qualità. Il rischio che stiamo correndo è quello di aver servizi di scarsa qualità.
Un rischio o è una tendenza?
Un rischio ma se non si provvede con investimenti ho forti dubbi che si riuscirà a mantenere la qualità. Fino ad ora siamo riusciti ad arginare grazie alla creatività tipica del nostro popolo latino.
Perché è importante investire in questo settore?
Perché sono il nostro futuro. Chiudendo si crea un circolo vizioso: se i servizi costano troppo, le famiglie decidono di tenere a casa i bambini, il più delle volte saranno le madri a rimanere a casa perdendo il lavoro e innescando nuove povertà. Poi dobbiamo considerare le famiglie già disagiate che senza la frequentazione al nido si isoleranno ancor più in situazioni disfunzionali. Infine guardare al futuro. I servizi hanno la capacità di creare miscalanee sociali, quindi di integrare gli stranieri, come pochi altri luoghi. Dobbiamo sfruttare al meglio tutte queste potenzialità e fare un forte appello per aver nuovi fondi d'investimento. Di tutto si può parlare ma senza soldi non possiamo fare nulla.
A Bologna parte del personale il primo dicembre scenderà in piazza per protestare contro le politiche locali. Cosa pensa in proposito?
Penso che c'è troppa passione. Questa giornata è stata pensata per creare unione e interesse civile rispetto a qualcosa che riguarda tutti. Ci sono eventi molto creativi e di grande respiro in tante piazze: a Roma si celebrerà una festa ai fori imperiali, a Torino in piazza Castello e poi c'è Ancona, Ferrara, Forlì,molti piccoli centri ...Alcuni hanno aderito in modo davvero fantasioso: a Pinarolo in Abruzzo, la cittadinanza ballerà a suon di campane... E' per questo motivo che abbiamo lanciato l'appello senza indicare cosa fare. Bologna è una città che capisco poco, troppo polemica.
Tanta polemica secondo lei non dipende anche da politiche inefficaci?
Se mi porta su questo piano...tempo fa durante un convegno ho proiettato una slide con scritto lo Stato è ladro. La politica ha responsabilità precise soprattutto a livello nazionale, in passato non ha investito pur dichiarando di farlo, ecco perché ladro, oggi sembra semplicemente non esistere.