Lo sciopero e la Buona Scuola













Bologna. Mentre Renzi si dichiara contrario allo sciopero della scuola proclamato per il 5 maggio (forse non ha notato che è un alternativo martedì invece del solito venerdì!) nella sede della cisl di Bologna ieri si è consumato  un dibattito sulla Buona Scuola. A volte non si capisce come mai il presidente del consiglio possa procedere con tanta forza e velocità rispetto alle riforme. Ma se si ascolta l'opposizione i motivi si fanno evidenti.

Il dibattito durato tutta la mattina ha visto sfilare, oltre alle rappresentanze sindacali, alcuni Onorevoli. Citiamo i partiti: M5S, Sel, L'altra Emilia Romagna erano presenti, assente invece il Pd che avrebbe dovuto essere incarnato dalla senatrice Francesca Puglisi. E mentre l'Onorevole era affaccendata a Roma, a Bologna si sono alternate una sequenza di lamentale. La Buona Scuola è stata stroncata in toto facendo anche l'analisi grammaticale del testo. Nessuno si è soffermato ad osservare alcunchè rispetto ai servizi educativi alla prima infanzia, che sono rientrati nella Buona scuola da quando il disegno di legge 0-6 (1260) vi è stato incardinato. Tant'è che tra sindacati e lavoratori non erano presenti quelli della funzione pubblica che si occupano dei servizi per l'appunto. Unico intervento politico di un certo spessore è stato quello dell'Onorevole Giovanni Paglia di Sel che con poche, ma significative parole, ha indicato tre punti su cui si dovrebbe lavorare nell'immediato: 
Primo il capitolo assunzioni. La Buona scuola dimentica le raccomandazione dell'Unione Europea che ci impone di assumere i lavoratori precari da oltre 36 mesi. 
Secondo: il potere concentrato nelle mani di pochi, dei presidi, non fa altro che deresponsabilizzare il lavoro di tutti, con ovvie conseguenze negative sulla qualità.
Terzo punto è sull'attuale finanziamento da parte dei genitori previsto con un possibile versamento del 5 per mille alla scuola. “Così come concepita porta soldi ad una scuola per toglierli ad un altra -spiega Paglia- Il 5 per mille dovrebbe invece essere versato alla scuola in generale, di modo che si possano distribuire le risorse a seconda delle priorità e non solo rispetto alla scuola frequentata dal proprio figlio.”Tutti i presenti hanno ribadito l'importanza del coinvolgimento dei genitori ma forse non è chiaro che fare uno sciopero di martedì non aiuterà certo l'unione di una categoria di rappresentanza, che non ne può più di scioperi che creano difficoltà e non sensibilità al tema. 
Altro intervento particolarmente ferrato è stato fatto da Cristina Lamberti delle Csil di Parma e con la stessa osservazione-domanda concludiamo:
“Come mai non vi era un altro esponente del PD a sostituire la Puglisi?” Ad ognuno le sue riflessioni.