Un anno di Istituzione: a che punto siamo?

BolognaNidi









Uno spazio per....
Uno spazio in cui organizzare incontri, mettere insieme le idee, discutere di infanzia a tutto tondo. E' quanto Bologna Nidi ha chiesto nei giorni scorsi in occasione dell'udienza conoscitiva davanti alla commissione istruzione di Palazzo d'Accursio. Genitori, sindacati, insegnanti e associazioni hanno portato la loro voce davanti ai consiglieri comunali e vertici dell' Istituzione Educazione e scuola che a giugno compirà il suo primo anno di vita.

La richiesta di Bologna Nidi nasce dal desiderio di continuare a proporre iniziative e dibattiti sul mondo affascinante e in costante mutamento dell'infanzia: il desiderio di parlare e discutere di nidi e scuole dell'infanzia che da sempre è il centro nevralgico della nostra associazione, ma anche la voglia e la necessità di allargare lo sguardo a quanto accade fuori dai servizi educativi: in famiglia, in città e in tutti quegli ambienti ed ambiti professionali che ruotano intorno ai bambini e ai loro genitori. Ciò che vorremmo è uno spazio accogliente in cui poter dialogare con le tante associazioni del territorio, con i genitori, con gli educatori, con i pedagogisti ma anche con i pediatri, i nutrizionisti, i sociologi e tutti coloro che lavorano per migliorare il benessere dei bambini e delle loro famiglie. La nostra richiesta è nata da un'analisi di quanto accade in altre realtà, da Ferrara a Reggio Emilia, per favorire la partecipazione dei genitori e contribuire alla crescita della comunità educante.

I genitori: tra passione e difficoltà,  gloriosa tradizione e problemi vecchi e nuovi
Un ritratto con tante luci ma anche tante, forse troppe ombre: è il quadro dei nidi e delle materne della nostra città dipinto da Barbara Nerozzi, presidente del Comitato 0-6 che riunisce i presidenti dei nidi e delle scuole dell'infanzia. La rappresentante dei genitori ha tracciato un'immagine non certo rassicurante: quella di nidi e scuole dell'infanzia dal passato glorioso ed eccellente che continuano ad offrire ai bambini e alle famiglie servizi di qualità grazie alla passione, alla preparazione e all'impegno del personale che vi lavora all'interno però di un contesto che porta a chiedersi " fino a quando?".   " I genitori - ha spiegato - sono stanchi: stanchi di doversi occupare di cibo spesso scarso e scadente, di giardini malmessi e aule in cui piove". Mensa e strutture inadeguate o trascurate sono solo però alcuni dei problemi di cui i genitori si occupano ormai da anni. Come da anni si sono trasformati in "professionisti dei mercatini" per far fronte a carenze grandi e piccole che spaziano dalla carta per asciugarsi le mani a materiale per i laboratori.  Ma non sono solo queste le situazioni che preoccupano i genitori che vorrebbero una maggiore chiarezza anche su temi che riguardano il lavoro delle insegnanti dalla gestione delle compresenze alla selezione del personale. La rappresentante ha spiegato che i genitori spiegano hanno accolto in modo positivo la decisione dell'amministrazione di assumere 158 insegnanti della scuola dell'infanzia. Tra le richieste fatte all'istituzione c'è quella di un maggiore impegno per la valorizzazione della funzione genitoriale in una prospettiva di condivisione educativa che riporti la scuola e l'educazione al centro del dibattito pubblico.
Riflessioni, quelle del comitato 0-6, condivise in gran parte anche da Annarita Ciaruffoli presidente dell'associazione  Dentro al nido. Nel suo intervento ha chiesto ad amministrazione e istituzione un maggiore impegno per "rendere consapevole la città dell'importanza dei servizi 0-6" per il benessere della collettività. Un impegno che si deve coniugare a quello per valorizzare il sistema educativo anche attraverso il coinvolgimento dell'università e del tessuto sociale.

I sindacati: concorso e contratto, ma non solo
Il concorso per l'assunzione di 158 insegnanti a cui verrà applicato, non più il contratto scuola, ma quello degli enti locali: questo il tema su cui si sono soffermati maggiormente i rappresentati delle diverse sigle sindacali. Un tema di grande attualità che non rappresenta però il solo problema sul fronte sindacale. Michele Vannini, segretario del comparto funzione pubblica della CGIL Bologna, ha spiegato che "pur essendo presto per dare un giudizio sull'attività dell'istituzione" in questo primo anno sono emerse numerose difficoltà di relazione e comunicazione tra l'istituzione e i lavoratori che si sono sommate a problemi irrisolti come quello della gestione delle sostituzioni. Il rappresentante della camera del lavoro, inoltre, ha espresso preoccupazione in merito al contratto che verrà applicato alle nuove insegnanti della scuola dell'infanzia perché questo  porterà alla coabitazione all'interno delle scuole di personale con le stesse funzioni ma due diversi contratti di lavoro: quello enti locali e quello scuola.
Una fotografia poco rassicurante anche quella scattata dalla Cisl.  Cristina Fini ha parlato di "personale stanco" che "si arrangia per portare avanti una funzione educativa in cui crede", personale a cui andrebbe riservata "attenzione" e che invece si trova davanti ad "un'assenza di risposte".
Il doppio contratto e la persistenza dei problemi organizzativi sono stati al centro anche dell'intervento di Loredana Costa della Uil.
Una lunga lista di questioni aperte è stata presentata da Antonio Vitiello dell'USB: dalla gestione confusa delle assegnazioni del personale precario ai problemi nella sostituzione del personale, dalle difficoltà a gestire i giorni di ferie libere al nuovo appalto per la gestione delle forniture alimentari dei nidi. In merito a quest'ultimo aspetto Vitiello ha spiegato che, il sistema di la fornitura basato sulle presenze della settimana precedente,  ha fatto registrare problemi  in più di una struttura dove gli operatori hanno dovuto fare i conti con approvvigionamenti scarsi rispetto alle esigenze dei bambini presenti.
I Cobas, rappresentati da Carla Bertacci, hanno chiesto una verifica per valutare l'efficienza dei servizi, verifica in cui è stato chiesto siano coinvolti lavoratori ed esperti esterni all'istituzione. I Cobas hanno posto sul tavolo anche la questione dei centri anni verdi, denunciando che per questo servizio pomeridiano rivolto ai preadolescenti non esiste più un budget.
La questione del concorso e del contratto è stata affrontata anche da Alessandra Cenerini Per la presidente dell' Associazione Docenti Italiani l'istituzione "non ha portato a nessuna razionalizzazione gestionale" e " i rapporti tra le insegnanti e l'amministrazione sono ai minimi storici". Cenerini ha definito "politica" la decisione di applicare il contratto enti locali alle insegnanti che saranno assunte con il nuovo contratto e ha richiamato l'attenzione sui rischi connessi alla "cancellazione della graduatoria permanente" in particolare quello di chi "dopo anni di insegnamento, rischia di rimanere senza un posto".