Nidi e infanzia: intervista a Lorenzo Campioni

mparkes

 










Mi accingo a fare un'intervista a Lorenzo Campioni con un po' di timore quasi reverenziale: chi lo conosce sa cosa voglio dire, sono poche le persone che parlano con tanta lucidità e trasparenza di politica, che raccontano d'infanzia con tale trasporto e con tanta competenza di tutto il sistema. Si tratta di vera passione.  Ogni concetto espresso è misurato e confinato in un preciso pensiero. Ho sempre avuto l'idea che Campioni, presidente del Gruppo nazionale Nidi, e pedagogista di lunga esperienza, sia come responsabile dei servizi, che come amministratore regionale ER, pensi molto ai bambini. E i risultati si vedono perché penetra nei problemi senza paura e restituisce visioni che chiarificano ciò che prima pareva ingarbugliato. 
Nidi di notte, orari flessibili, aperture straordinarie delle scuole... una lunga discussione sui giornali di Bologna di queste settimane. Cosa ne pensa?
Ho seguito la vicenda con un certo fastidio. Si è detto e scritto di questi temi come se la discussione partisse da zero, come se non ci fosse nulla. Da almeno 25 anni sulla nostra costa romagnola ci sono realtà aperte tutta l'estate che accolgono bambini da 1 a 14 anni. Questo tanto per citare un esempio che ho conosciuto direttamente. Ma attenzione, quando si fanno operazioni di questo tipo, ci voglio ragionamenti seri e il lavoro va organizzato e strutturato, ad esempio, con doppi turni di lavoro e con conseguente innalzamento della spesa. Oggi possiamo permettercelo? L'esigenza dei genitori ad orari flessibili non è certo una novità, anzi....E qui si deve pensare e rispondere con un sistema intero molto ragionato, non si può scaricare la responsabilità su un servizio e improvvisare qualcosa. Infine che Amministratori pubblici dichiarino che ci vuole flessibilità, come se non ci fosse nulla, presuppone un'ignoranza che mi dispiace molto constatare.
Entrando nel dettaglio degli orari: esistono anche nidi notturni, ad esempio a Milano e Roma, annunciati da pedagogisti e psicologi come educativi. Cosa ne pensa?
I bambini hanno il diritto di dormire a casa loro con i propri genitori. E non capisco nemmeno molto l'esigenza, ci sono tutele sindacali per i genitori-turnisti. In caso di ulteriori dubbi leggiamo la carta dei diritti del bambino che dovrebbe essere il nostro principale riferimento ogni volta che trattiamo d'infanzia, si scrive a chiare lettere che qualora dovesse verificarsi un conflitto tra le esigenze dell'adulto e quelle del bambino, vincono le esigenze del bambino.
Il servizio notturno però è stato difeso anche da esperti del settore.
Pedagogisti e psicologi che difendono servizi così, fanno i loro interessi, non quelli del bambino. In un altro importante documento redatto dall'Unione europea, datato 1993, si chiedeva ai pedagogisti, educatori, collaboratori, psicologi dell'infanzia, di diventare anche “avvocati” dei minori. Di notte i bambini hanno profondi turbamenti, fantasie, ansie, paure hanno diritto di stare a casa loro con i genitori.
Cambiamo argomento, cosa pensa della Buona Scuola?
La seguo con preoccupazione. L'impianto è molto complesso, prende in considerazione moltissimi problemi. Io però vorrei concentrarmi sul “pezzo” che tratta lo 0-6, che è quello che conosco e di cui ho un'oppinione precisa. Penso che sia un buon lavoro. Inizialmente avevamo il ddl 1260 per il tratto educativo 0-6, un ddl che è stato discusso e modificato in più passaggi e in modo costruttivo da tutte le forze politiche. Oggi il ddl è stato sintetizzato e incardinato nella Buona Scuola. Nella sostanza è rimasto fedele a se stesso. Penso che se passasse sarebbe davvero troppo bello!Vorrebbe dire che lo Stato finanzia i nidi al 50%, oggi invece da un bello zero tondo, significherebbe riconoscere in modo definitivo i nidi come il primo tratto d'istruzione, significherebbe per gli Enti poter assumere personale, significherebbe riconoscere i livelli essenziali e la diffusione generalizzata al 33% . In poche parole significherebbe far vivere il sistema educativo 0-3.
E per la scuola d'infanzia?
Qui il discorso è diverso,  se vogliamo più complesso, si va a modificare la struttura generale del sistema, innalzando gli standar qualitativi, modificando quelli organizzativi e verificando quelli strutturali. Si riconoscerebbe un coordinamento pedagogico e un sistema d'aggiornamento e di formazione continuo per gli insegnanti che oggi manca in tutta la scuola.
Come stanno i nidi?
Non stanno bene, e come possono star bene, con uno Stato che non li riconosce e non se ne occupa? Se nulla cambia, entro qualche anno, i genitori vedranno fiorire moltissimi servizi, di tutti tipi e a tutti gli orari, ma saranno servizi di badantato, mentre i nidi, con ogni probabilità, diventeranno luoghi strani dove si troveranno i casi sociali e i figli del ricchi.
Insomma saranno lo specchio della società: con ricchi e poveri?
Quelli che saranno ancora aperti. La tendenza è la chiusura e badi che la mia non è una visione pessimistica, i servizi 0-3 stanno già chiudendo. Non investendo nell'infanzia ci stiamo perdendo ancora una volta, il treno verso la civiltà, verso l'Europa. Se il nostro paese non sceglie d'investire siamo destinati a retrocedere su tanti fronti e si sceglie di accrescere le disparità già tanto evidenti. Di questa perdita siamo tutti responsabili: la classe politica che è stata cieca, i sindacati che hanno difeso solo gli interessi di alcuni ma anche i cittadini che sono rimasti indifferenti. Negli anni '70 erano questi tre soggetti femministe, sindacati e politici a dar vita al sistema dei nidi e poi dei servizi...oggi le cose sono molto diverse. Siamo rimasti solo noi del settore a difenderli con tanti evidenti limiti.