Infanzia e scuola. Parola al candidato Massimo Bugani


 
















Elezioni-Bologna Continua la nostra carrellata d'interviste rispetto al tema infanzia con il candidato del M5S Massimo Bugani. Già consigliere del Movimento di Grillo, con Marco Piazza, in cinque anni di intensa attività, sempre o quasi, contro le scelte dell'attuale sindaco, oggi lo incontriamo per parlare di impegni futuri.

Partiamo dal programma elettorale. Tra le prime voci scrivete: No all'istituzione scuola. Per proporre cosa?
Per tornare ad un modello molto simile precedente, con un dislocazione gestionale su 6 quartieri ma con una regia centrale per evitare difformità tra i vari quartieri. Inoltre deve esserci un rapporto più diretto tra la scuola e gli uffici comunali principalmente coinvolti nella gestione delle scuole ovvero gli uffici responsabili della manutenzione degli edifici e gli uffici responsabili delle forniture.
Perché?
Perché l'istituzione ha messo una maggiore distanza tra il cittadino e i servizi educativi e tra i lavoratori delle scuole (collaboratori, maestre ed educatori) e gli uffici comunali con cui è diventato difficile comunicare. Oggi tutto deve passare dall’istituzione che ha creato un collo di bottiglia.
Ci fa un esempio?
Per avere un informazione su un qualunque tema, ad esempio l'edilizia scolastica, ci si deve interfacciare con l'istituzione. Raggiungere il settore competente che ha le informazioni e la capacità di risolvere il problema è una procedura eccessivamente lunga e complessa
Ma non è più comodo avere un unico interlocutore?
No, è solo un collo di bottiglia. All'istituzione ci sono poche persone a sbrigare moltissimo lavoro e c'è maggiore lentezza.
Le maestre sono state assunzione con nuovo e diverso contratto: un commento
Nel 2011 il primo cittadino ha sottoscritto un impegno in cui prometteva che non avrebbe cambiato il contratto. Ha assunto a tempo indeterminato oltre 150 lavoratori: bene per le assunzioni, male per il contratto utilizzato che alla fine è differente da quello degli altri lavoratori assunti in precedenza.
Ma il comune non poteva applicare altro contratto...
Non siamo affatto convinti che non si potesse assumere con il contratto scuola (lo stesso che hanno nelle scuole statali). Noi diamo un’interpretazione diversa del parere della Funzione Pubblica dell’aprile 2014, ma a prescindere da questo, non sono nemmeno state sfruttate le elasticità del nuovo contratto di lavoro per cercare di renderlo più simile a quello della scuola con cui già lavora la maggioranza degli addetti della scuola comunale e statale.
Qual'è il peggioramento dovuto al nuovo contratto?
Avere lavoratori con la stessa mansione ma stipendi, orari e tutele diversi, introduce l’antipatica divisione tra lavoratori di serie A e di serie B. Gli orari sono la cosa peggiore: Sette ore frontali con i bambini sono troppe. Nelle materne con la capienza si arriva anche a 28 bambini.
Passiamo ad altro: il sindaco ha basato la campagna elettorale su un tema che vi è particolarmente caro: la partecipazione. Un commento
Si tratta di puro marketing, una bandiera da sventolare. Questa giunta non ha mai davvero ascoltato i cittadini sulle vere scelte. Al limite ha creato percorsi partecipativi per decidere i dettagli. Mentre riorganizzava la scuola comunale, ha chiuso i cancelli di Palazzo D’Accursio in faccia a collaboratori, educatori e maestre che venivano a chiedere un confronto. Non coinvolge i residenti prima di fare lavori nella loro zona trovandosi poi a dover gestire delle rivolte o persino a disfare dei lavori fatti (vedi il caso dei Fittoni in via Volturno, messi e tolti in seguito alle proteste dei residenti che non sapevano nulla). Per il passante di Mezzo parlano di 4 mesi di partecipazione comprendendo però luglio e agosto! Inoltre non si capisce quale sia il margine dato che hanno già annunciato i dati tecnici principali dell’opera. Quando c’è da ragionare sulla mobilità non parlano con gli autisti di Tper che conoscono ogni singolo problema delle strade della città.Ad ogni riorganizzazione i lavoratori dovrebbero essere i primi ad essere ascoltati e prima di modificare una zona bisognerebbe coinvolgere i residenti e commercianti di quell’area. Le conseguenze di questo modo di procedere si sfogavano nel Consiglio Comunale che era interrotto da proteste praticamente ogni settimana.
E voi come intendete ascoltare i cittadini?
Noi facciamo un’assemblea aperta a tutti una volta alla settimana, sia per relazionare l’operato che per raccogliere proposte dai tavoli di lavoro. Continueremo questo contatto diretto con i cittadini. Inoltre creeremo nuovi strumenti a disposizione dei cittadini: voto on line e sondaggi. Creeremo anche un “question time dei cittadini” che potranno interrogare senza intermezzi gli assessori”.
Nido gratis per tutti. Cosa ne pensa?
Non sono d'accordo. Il nido è un servizio a domanda individuale e in quanto tale deve essere garantito gratis solo a chi ha redditi bassi non a tutti. Chi può pagare contribuisce. Gli aiuti devono agevolare chi ne ha davvero bisogno. Quello che servirebbe è un indicatore affidabile: l’odierno ISEE è migliorabile perché in alcuni casi fa risultare le persone molto più ricche di quello che sono in realtà e di conseguenza gli preclude l’accesso a servizi di cui avrebbero molto bisogno. Per aiutare le famiglie e i giovani bisogna intervenire in questo modo.
La scuola d'infanzia invece, gratis?
Si, la scuola d'infanzia è il primo tratto dell'istruzione e dovrebbe essere garantito a tutti.
Mensa e scuola: come e perché riorganizzarla?
La refezione scolasti è un servizio troppo importante e delicato per non averne un pieno controllo.Il nostro sogno sarebbe tornare alla gestione diretta che ha funzionato bene fino al 2003 garantendo anche rette decisamente più basse rispetto a quelle attuali. I centri pasti sono già di proprietà del comune e il servizio che paghiamo agli attuali gestori privati comprende già i costi del personale. Quindi non è un problema di soldi. Il problema sono le norme nazionali che limitano assunzioni obbligando il Comuni ad allungare le catene gestionali infrapponendo privati e cooperative senza nessun vero risparmio. Dovremo impegnarci a far modificare la norme. Se ci riusciremo procederemo con la reinternalizzazione. Viceversa la questione cardine sarà il controllo del gestore privato che dovrà avere tra le sue componenti la valorizzazione dell’impegno che già oggi mettono i genitori
Rimane il perché?
Seribo ha fatto milioni di utili e non ha accantonato praticamente niente per rimodernare i centri pasto che attendono interventi urgenti da molti anni, questo non deve più avvenire. Inoltre bisogna dare maggiori strumenti di partecipazione ai genitori come l’accesso agli atti e trasparenza.