Ninna nanna prigioniera: un film per parlare di bambini

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E' un documentario che racconta una storia di pochi bambini, una storia struggente e molto nascosta. "Ninna Nanna prigioniera" è un documentario a firma di Rossella Schillaci. Presentato in anteprima al Biografilm di Bologna, il documentario ha anche vinto un primo Life Tales Award. La Schillaci ha incrociato questa storia quasi per caso “Quando mio figlio aveva pochi mesi ho partecipato con lui ad un corso di massaggio infantile in un asilo nido vicino alla
Casa Circondariale Lorusso Cutugno di Torino. In quella stessa scuola erano "ospitati" i bambini figli di madri detenute che, per poche ore alla settimana, potevano uscire per giocare con altri bambini. Non sapevo allora che per legge le madri incarcerate che hanno bambini sotto i tre anni possono scegliere di tenere i figli con loro, in cella." Ha deciso così di fare un film a presa diretta raccontando un giorno di vita comune di una mamma e i suoi due figli in carcere tra orari, cella e sbarre. Le immagini raccontano più di tante parole e il giudizio è lasciato ad ogni spettatore.
I bambini oggi in carcere sono molti pochi. Anche le donne in carcere sono molte poche, rappresentano il 5% della popolazione carcerata. Si distribuiscono in 5 istituiti femminili e 52 sezioni sul territorio nazionale. Di bambini invece ce ne sono 27, il più numero più contenuto dal 1975 ad oggi. Ma il numero non soddisfa l'obbiettivo di "Mai più bambini in carcere" una legge approvata l'otto marzo del 2011 che avrebbe dovuto istituire case famiglia e togliere i piccoli dalla galera. Molte madri non hanno commesso crimini gravi, capita anche, che ci siano finite, solo perché prive di fissa dimora. Dopo i tre anni i bambini vengono allontanati dalla madre e affidati ad altri famigliari. La stessa legge "Mai più bambini in carcere" ha innalzato l'età di separazione tra madre e figli, che oggi è fissata ai sei anni. Purtroppo però non essendoci case famiglia,  i bambini trascorrono più tempo in carcere rispetto a prima, insomma oltre al danno la beffa.