Fondi pac per l'infanzia: a che punto siamo?















Il Piano di Azione e Coesione (d’ora in poi PAC) è un programma che incentiva i servizi ad anziani e bambini nelle 4 regioni del sud Calabria, Sicilia, Campania, Puglia. Circa 340 mln del complessivo finanziamento, sono destinati ai servizi educativi d’infanzia, per intenderci ai nidi e affini. I fondi PAC sono stati avviati durante il Governo Monti nel 2012 e gestiti dal Ministero dell'Interno. Oltre ad incentivare e diffondere servizi aveva anche il compito di diffondere più qualità. Il finanziamento totale è stato diviso in due trance più precisamente in due riparti ed il primo è scaduto il 31 agosto mentre tutto il progetto si concluderà a giugno 2018. Abbiamo incontrato il Prefetto Silvana Riccio, responsabile del progetto globale per capire e che punto siamo oggi e capire l’impatto ottenuto fino ad oggi. 
Quanti soldi sono stati spesi fino ad ora e quanti servizi sono stati aperti?
Ad oggi non è possibile rispondere con dati alla mano. Il primo riparto si è concluso, è vero, ma non abbiamo ancora tutte le rendicontazioni. Avremo dati attendibili dopo il 30 novembre.

Un’idea generale però ve la sarete fatta: è un bilancio positivo?
Si, sono stati aperti molti nidi e servizi integrativi e tanti in comuni difficili, dove prima non c’era nulla. In tante realtà sono stati prolungati i tempi di apertura anche nel pomeriggio. Aprire anche un centro ludico in un comune  dove non c’era niente è un passo avanti sociale e culturale molto importante.

Facciamo un esempio?
Reggio Calabria una grande città dove non c’era un solo nido pubblico, prima del Pac.

Da Reggio Calabria però ci arrivano segnalazioni di mala gestione dei fondi Pac sia da parte dei sindacati la Uil che da parte del consigliera Caraccioli...
Ci saranno state difficoltà ma i risultati si sono avuti.
Uno degli obbiettivi del fondo PAC era raggiungere il 12% della diffusione dei servizi. A percentuale siamo oggi?
Numeri come già detto non ne abbiamo per ora. Ma mi preme fare una precisazione importante Il 12% è un obbiettivo complessivo che si è dato il paese. Il 12% non è un obbiettivo raggiungibile con i soli fondi Pac. Le risorse sono aggiuntive e non prevedono compartecipazione.

Da chi altro allora?
I fondi PAC  nascono dalla riprogrammazione del Fondo di Cofinanziamento Nazionale (ex lege 183/1987)e dalla delibera Cipe (n.96 del 3 agosto 2012). Le relative risorse sono gestite ,in virtù della stessa delibera Cipe, dal Ministero dell’Interno. Il nostro intervento è aggiuntivo e va a sommarsi ad altre risorse già esistenti e in essere da parte dei comuni, dalle regioni e per alcune voci da parte dello Stato. I fondi si concentrano nelle 4 regioni dell’obiettivo Convergenza perché in quelle regioni ci sono particolari carenze di servizi sia educativi sia per gli anziani, che per l’infanzia.

In che modo i soldi sono stati distribuiti alle regioni?
Le cifre sono queste: 49 mln alla Calabria, 101 mln alla Campania, 83 mln alla Puglia e 107 mln alla Sicilia Solo per le azioni che riguardano l’infanzia ed in particolare i bambini da 0 a 36 mesi

Oltre ai nidi che altri servizi avete finanziato?
Molti gli interventi di natura strutturale per i servizi pubblici, ma ci sono stati anche molte risorse destinate all’acquisto di arredi, per nidi, micronidi e per servizi integrativi. Sono state aperti servizi di aggregazione come ludoteche, centri genitori...

Perché risorse differenti alle regioni?
Perché ogni regione parte da una realtà differente. Differente per più motivi, da una parte, per il numero di servizi sul territorio già in essere, dall’altra per la normativa. Ogni regione ha una legge di riferimento che gestisce e coordina servizi all’infanzia. Fare un intervento uguale per tutti sarebbe stato poco utile.      

Da Taranto ci segnalano un progetto al sostegno di handicap finanziato e mai partito...
Si tratta di un progetto molto interessante, che prevedeva l’inserimento di educatori specializzati per seguire in tutti i nidi comunali i bambini con disabilità con un rapporto uno ad uno. Il Comune di Taranto ha predisposto questo progetto con il primo riparto e noi lo abbiamo immediatamente valutato positivamente ed approvato anche attraverso commissione interministeriale composta da dirigenti appartenenti al ministero della famiglia, del lavoro, della salute...c’è stata una lunga istruttoria, si tratta però di un caso unico. Il problema che si è riscontrato è in fase attuativa: per problemi amministrativi del comune, effettivamente, non risulterebbero avviati i servizi. Su questo tema è stata attivata la Regione ed abbiamo fornito ogni forma di sostegno possibile. L’intervento è stato previsto e già approvato anche con il secondo Riparto e stiamo ponendo tutta l’attenzione possibile per prevenire nuovi ritardi da parte del Comune.

Dalla Sicilia i sindacati della Cisl denunciano un mancato impiego delle risorse dei fondi che ha portato ad un riavvio blando e prevalentemente nei servizi integrativi.
Facciamo delle precisazione. Queste generiche accuse  devono essere spiegate attentamente. La questione non è semplice. Partiamo con il chiarire quali responsabilità hanno tutti i soggetti coinvolti. I fondi PAC sono assegnati direttamente ai comuni. Più precisamente a comuni capofila che sono stati eletti dai sindaci di un determinato ambito (ex legge 328/2000). Il comune capofila presenta i progetti che sono valutati da personale competente. Una volta che il progetto ha avuto parere positivo, il nostro ministero anticipa  circa il 20% dei finanziamenti approvati. Se il progetto non è partito, ha subito dei ritardi, o altro, le responsabilità non sono del Pac ma dei contesti amministrativi ed organizzativi in cui si devono svolgere le gare e tutti gli atti amministrativi  necessari per erogare i servizi alla collettività. Il Pac insomma immette fondi su una filiera di competenze, che vede come principale protagonista il Comune capofila. Dopo il 30 novembre avremmo le idee più chiare rispetto ad eventuali problematiche e difficoltà. Sappiamo fin da ora che ci sono state alcune difficoltà, ed in alcuni casi ci vengono segnalati  ritardi nei pagamenti ai soggetti privati coinvolti. 
   
A Foggia ci è arrivata una forte denuncia di un gestore privato  che non ha mai ricevuto pagamenti. I posti in convezione sono diminuiti e i genitori sono arrivati a minacciare le educatrici: o mi tieni il bambino o ti sgozzo. Un caso isolato?
E’ la prima volta che mi vengono riferite queste circostanze. Non ho notizie in merito. Se fosse vero, sarebbe particolarmente grave e le educatrici dovrebbero immediatamente denunciare il fatto alle autorità competenti, ma il problema non riguarda certo il PAC.

Napoli: inaugurano un nido a maggio. A settembre è ancora chiuso e forse non aprirà mai. Qual’è la sua opinione?
Non conosco bene le situazioni a cui lei fa riferimento. Ma posso dire che il tema dei nidi è argomento politicamente molto sensibile e che inefficienze e ritardi nelle attività amministrative accadono nella realtà dei comuni per tante motivazioni ,forse anche una debolezza strutturale nella gestione dei fondi europei che è purtroppo ancora più evidente dai dati di utilizzazione dei fondi.

Quindi abbiamo amministrazioni inefficaci?
No. I comuni vivono una stagione molto complessa e devono far fronte a tante emergenze; proprio per questo a volte sono “distratti” nell’attività di pianificazione e programmazione, fondamentale per il miglior utilizzo dei fondi pac. Perché se non si programma con attenzione  e nella piena consapevolezza delle proprie possibilità, poi la fase dell’attuazione del progetto e dell’erogazione dei servizi può diventare  molto complicata. Per questo alcuni dei nostri uffici sono preposti esclusivamente ad aiutare le amministrazioni. Abbiamo istituito anche un numero verde. Il nostro scopo è far spendere le risorse e aiutare ad appianare le difficoltà.

Se i fondi non sono spesi ne’ durante primo, ne’ durante il secondo riparto che fine fanno?
Rimangono al programma. Stiamo valutando, se si dovessero presentare situazioni di questo tipo, come impiegarle. Ma è prematuro parlarne.

Nel documento di monitoraggio 2013 si scrive: “Si evince che le risorse del PAC, per quasi il 50 % vengono destinate a servizi temporanei strettamente legati alla durata delle risorse che ne consentono la gestione. ” Quindi soldi oggi spesi che creano servizi che domani chiuderanno? Come avete operato per arginare questo problema? 
La mancanza di continuità di fondi è un problema politico. Un problema che esiste, ma non dovrebbe rivolgere la domanda a me. Per quanto riguarda la prevalenza di Servizi integrativi rispetto ai nidi,  abbiamo cercato d’invertire la rotta, inserendo, nel secondo riparto, delle percentuali di spesa dedicate esclusivamente ai nidi proprio perché  i nidi sono strutture più durature nel tempo e quindi da incentivare e finanziare .      

Laura Branca