Mio marito, la radio e il cesso...ovvero i bambini e i tablet













I pediatri e i pedagogisti hanno arricciato il naso per anni "No" ai telefonini, ai tablet e ad ogni sorta di mezzo tecnologico nelle mani dei bambini. Così si perpetrava la vecchia scuola del dissenso alla novità. Un dissenso che per anni  aveva riguardato un altro schermo, quello della TV. E per sbaragliare il campo da sovrapposizioni un recente studio ha chiarito che oggi la tv è stata messa in seconda fila ed è meno usata rispetto ai nuovi schermi portatili.
Ma gli schermi e il web fanno male e sempre male?
Se il mondo degli esperti si schiera (o si è schierato) molto spesso dalla parte del no, i genitori si sono messi dall'altra parte della barricata con un bel SI secco.  Sono tanti i bambini a cui si piazza in mano uno schermo, a qualunque età. Basta passeggiare per le vie dei centri per incontrare tanti bambini che durante la passeggiata hanno gli occhi rivolti al telefonino. E non è un bello spettacolo... fa anzi molto pensare
Mio marito, la radio e il cesso
Anni fa quando io e mio marito siamo andati a vivere insieme con poche carabattole, ho portato con grande orgoglio nella nostra nuova casa una radio e l'ho piazzata in bagno. Erano di anni '90 e a quel tempo nessuno dei due aveva un cellulare (pare l'età del neolitico, a ripensarci oggi).  Lui appena vide la radio in bagno alzò il sopracciglio con disappunto. Perché la radio in bagno no? ho chiesto, è  tanto comodo il mattina quando ti lavi ascoltare le notizie e come spesso capita anche oggi, lui mi rispose con una frase spiazzante: "perché fare due cose contemporaneamente? che bisogno c'è?" Scoppia a ridere e la radio rimase in bagno. Da allora dopo tante case e traslochi la radio è sempre rimasta in bagno. A distanza di anni però devo ammettere che aveva ragione lui e la domanda rimane molto attuale: perché fare due cose insieme? Lo penso spesso mentre tento di mandare sms ai semafori rossi e lo penso ancora di più quando vedo i bambini (comprese le mie) che con uno schermo in mano che tentano di fare un'altra cosa, magari guardare la tv...
Lo smartphone e il tumore
Non sono stati trovate correlazioni tra il tumore e l'uso di dispositivi tecnologici anche se il consiglio superiore di Sanità invita alla prudenza e il dirigente di oncologia del policlinico di Roma pur smorzando allarmismi invita ad un uso moderato di un mezzo che alla fine non è nemmeno tanto utile ad un bambino.
AAP e il Family Media Plan
Di recente l'American Academy Pediatric, organizzazione che si è sempre schierata dalla parte del NO, oggi smorza i toni e definisce delle regole all'uso dei dispositivi per i bambini distinguendo età, mezzo, programma e modi di usarlo. Se continua il divieto per i bambini da nido, il Family Media Plan invita a passare del tempo davanti a dispositivi con i bambini fino ai 5 anni e oltre. Limita il tempo a poche ore la settimana ecc ecc.
Il vecchio buon senso: vale anche con i mezzi più innovativi
Le proibizioni sono davvero poco efficaci sopratutto quando riguardano dei mezzi che sono indispensabili oggi e in continua evoluzione. Le regole e l'intelligenza degli educatori (genitori compresi) sono valide per la tecnologia come per qualsiasi altra cosa. Perché anche stare solo al parco potrebbe essere deleterio e diseducativo se non fosse accompagnato da altre attività e momenti. Infine l'uso intelligente di questo o quello strumento passa al bambino non tanto a parole ma con i fatti. Quindi i primi a dover fare attenzione dobbiamo essere noi grandi con questi mezzi dai quali rischiamo di essere fagocitati.