Pasto da casa: una nota dal Miur



I bambini che arriveranno a scuola con il pranzo cucinato da mamma e papà potranno consumarlo negli stessi locali in cui i compagni mangiano il pasto fornito dal servizio di ristorazione scolastica. Può essere sintetizzata così la via scelta dal Miur e comunicata ai dirigenti scolastici con la nota numero 348 del 3 marzo.


La nota si apre con un riferimento alle pronunce giurisprudenziali che hanno sancito il diritto di usufruire in modo parziale del tempo attraverso la consumazione, negli stessi locali destinati alla refezione scolastica del pasto preparato in ambito domestico in alternativa al servizio mensa erogato dalla scuola”. Il pensiero corre immediatamente alla sentenza della Corte d’appello di Torino con la quale i giudici hanno riconosciuto alle famiglie il diritto di far consumare ai propri figli il pasto preparato da casa nei locali scolastici, pasto che precisano i genitori non corrisponde al panino con cui i giornali hanno identificato la loro lunga battaglia. Una sentenza contro la quale l’amministrazione comunale, guidata da Chiara Appendino, ha presentato ricorso in cassazione. Torino attende la pronuncia della Cassazione e la nota del Miur appare collocarsi in questa attesa.

Nella nota viene attribuito alle istituzioni scolastiche il compito di valutare le soluzioni per garantire il consumo del pasto da casa e della fruizione del servizio mensa in modo che questi avvengano nel rispetto delle norme igienico sanitarie e della salute di tutti. Il Ministero, inoltre, raccomanda alle istituzioni sanitarie locali di affiancare le scuole affinché si evitino criticità.

Le criticità sembrano coincidere per lo più con il rischio di contaminazione che deriva dallo scambio di alimenti e il ministero suggerisce di adottare soluzioni analoghe a quelle a cui si ricorre in caso di diete speciali. Un indicazione che di fatto sembra spalancare le porte alla possibilità che chi consuma un pasto portato da casa lo faccia fianco a fianco a chi usufruisce del servizio mensa.

Il Ministero, inoltre, ha comunicato l’imminente costituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero della Salute che procederà all’aggiornamento delle linee guida sulla ristorazione scolastica.

Torino è ormai diventata la città simbolo della battaglia per il pasto da casa.  Nelle scuole del capoluogo piemontese vengono distribuiti ogni giorno circa 50.000 pasti e le famiglie che hanno scelto di abbandonare il servizio sono poco meno del 10% dei potenziali fruitori. Il dato unito all’elevata quantità di scarti, registrata soprattutto nelle scuole primarie in cui a differenza che nei nidi e nelle materne non ci sono le cucine interne, sembra aver spinto l’amministrazione a rivedere l’organizzazione del servizio. L’amministrazione – secondo quanto riportato recentemente da Il Sole 24 Ore – starebbe lavorando per realizzare una mappatura delle cucine al fine di garantire pasti a raggio corto anche nelle scuole elementari.