I laureati in Scienze della formazione primaria e la "vocazione tardiva" di alcuni diplomati magistrali


“Rischiamo di essere discriminati”. Questa la paura che ha portato laureati e laureandi in Scienze della Formazione Primaria a scrivere un’accorata lettera appello che in questi giorni sta facendo il giro delle redazioni. A preoccupare studenti e insegnanti è soprattutto la possibilità di venire scavalcati in  gae da diplomati magistrali che finora non hanno mai insegnato.
Al centro della diatriba che dura ormai da diverso tempo c’è l’inserimento in Gae , seppur con riserva – precisano i componenti del Coordinamento Nazionale di Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento- dei diplomati magistrali. Le Gae, graduatorie ad esaurimento, permettono a chi vi è inserito di accedere all'insegnamento senza sottoporsi a selezione. Tale inserimento – su cui il prossimo 15 novembre si pronuncerà il Consiglio di stato – viene considerato dagli estensori della lettera-appello una beffa nei confronti non solo dei laureati in Scienze della Formazione Primaria ma anche verso quei diplomati che negli anni passati si sono sottoposti a concorso pubblico.
A mettere in allarme i laureati e i laureandi è soprattutto il fatto che l’ingresso in graduatoria stia riguardando “una miriade di persone che si sono abilitate col diploma anche venti o trenta anni fa e che hanno svolto lavori in ambiti completamenti differenti”e non solo coloro che già hanno lavorato nella scuola. Quella del coordinamento dunque non è una battaglia contro tutti i diplomati magistrali, moltissimi dei quali “in questi anni, hanno accettato supplenze in tutta Italia, portando così avanti il sistema scolastico nazionale. I laureati riconoscono a questi colleghi le competenze necessarie ad affrontare l’insegnamento,ma nutrono molti dubbi nei confronti di “chi, fino a ieri, faceva tutt’altro ed ha riscoperto, solo quando l’abilitazione gli è stata letteralmente servita su un piatto d’argento, l’antica vocazione per l’insegnamento”.
La questione dell’accesso alla professione ha una storia lunga che qui possiamo far risalire al 2002. In quell’anno, infatti, fu deciso che per insegnare nella Scuola dell’Infanzia e nella Primaria fosse necessaria la laurea e fu istituito il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. Oltre dieci anni più tardi, i diplomati magistrali che hanno concluso il loro percorso di studio entro il 2002 hanno ottenuto il riconoscimento del loro titolo come abilitante. Riconoscimento a cui sono seguite le battaglie legali per l’inserimento in Gae.
Laureati e laureandi, rivendicando la completezza e la qualità della loro formazione, bollano la vicenda che li vede protagonisti come esempio di una mala gestione politica del precariato che rischia di compromettere il loro futuro non solo professionale.

IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA
Gentile redazione,
con la presente lettera i docenti laureati e laureandi in Scienze della Formazione Primaria (Nuovo Ordinamento), vogliono offrire uno spaccato sulle attuali modalità di formazione dei docenti di scuola primaria e dell’infanzia, e di come il loro futuro stia per essere compromesso da una situazione di mala gestione politica in ambito di gestione del precariato.
Nel 2002, dopo anni di dibattiti, i nostri politici decisero che, per insegnare nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria (la vecchia scuola materna e la scuola elementare), non fosse più sufficiente il diploma magistrale e fu, dunque, istituito un corso di laurea preposto esclusivamente alla formazione dei nuovi insegnanti, che coniugasse l’attività pratica alle ultime conoscenze teoriche in ambito didattico e pedagogico.
Dopo più di dieci anni e migliaia di ricorsi giudiziari i diplomati magistrali entro l’anno 2001/2002 hanno ottenuto il riconoscimento del proprio diploma magistrale come titolo abilitante all’insegnamento, portando, di fatto, ad una totale equiparazione tra laurea e diploma.
Ma le richieste dei diplomati magistrali non si sono fermate qui e, sempre tramite battaglie legali, stanno ottenendo l’inserimento (seppure ancora con riserva) nelle GAE, graduatorie che concedono il ruolo immediato, senza sottoporsi a selezione alcuna, beffando sia chi ha conseguito la laurea in Scienze della Formazione Primaria, sia chi, con il diploma magistrale si era sottoposto negli anni passati a concorso pubblico per ottenere il ruolo.
Noi laureati in SFP siamo docenti formati e selezionati da un percorso serio arricchito da esami inerenti la didattica speciale, le T.I.C., e abilitazione all’insegnamento della lingua inglese (LIVELLO B2). Insieme allo studio abbiamo svolto 4 anni di tirocinio presso scuole accreditate, riuscendo a metterci alla prova sul campo.
LA LEGGE DEVE ESSERE UGUALE PER TUTTI!
L’ingresso nelle GAE dei diplomati magistrali non si è fermato ai soli docenti che avevano (all’atto del ricorso) già prestato servizio nella scuola, ma sta riguardando una miriade di persone che si sono abilitate col diploma anche venti o trenta anni fa (basta osservare le date di nascita nelle GAE) e che hanno svolto lavori in ambiti completamenti differenti.
Certo, ci sono casi e casi: moltissimi diplomati magistrali, in questi anni, hanno accettato supplenze in tutta Italia, portando così avanti il sistema scolastico nazionale. Loro hanno sicuramente acquisito negli anni quelle competenze necessarie per affrontare il mestiere dell’insegnante e vanno dunque distinti da chi, fino a ieri, faceva tutt’altro ed ha riscoperto, solo quando l’abilitazione gli è stata letteralmente servita su un piatto d’argento, l’antica vocazione per l’insegnamento!

Se la plenaria del 15 Novembre avrà esito positivo per tutti i diplomati magistrali ante 2001/2002 si creerà un precedente mai visto: “Per la prima volta una laurea avrà meno valore di un diploma”.
Accadrà così che i laureati in Scienze della Formazione Primaria rimarranno relegati nella seconda fascia delle Graduatorie d’Istituto, in attesa di nuovi concorsi.
Inoltre per quanto concerne le supplenze i diplomati magistrali inseriti con ricorso in prima fascia (GAE) verranno convocati con precedenza rispetto ai laureati, a cui attualmente è precluso l’accesso nelle graduatorie ad esaurimento, rimanendo così questi ultimi in totale subordine rispetto ad un diplomato.
Più formazione e selezione solamente in Italia significano minori opportunità lavorative!
Infine precisiamo che noi laureati in SFP non chiediamo agevolazioni, il nostro auspicio è solo quello di poter combattere ad armi pari attraverso un concorso pubblico o un qualsiasi altro canale di reclutamento che valuti il merito.
Confidiamo ora nel Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, sperando che il prossimo 15 novembre venga fatta giustizia per tutti, principalmente per la SCUOLA.
Il Coordinamento Nazionale di Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento.
coordinamento.sfp@gmail.com