Se non ora quando? #gaeinfanzia per i diritti dei lavoratori e dei bambini

Cronaca bambina. Scendono in piazza le maestre e i maestri di #gaeinfanzia. L’appuntamento è fissato per il 10 novembre alle ore 17 . La manifestazione si svolgerà non in una piazza ma in tante piazze: Napoli, Catania, Palermo, Enna, Siracusa e Foggia. Ho ascoltato alcune maestre per capire cosa stia succedendo nelle scuole materne e lo scenario che emerge dalle loro testimonianze è inquietante. Da un lato rivendicano i diritti dei lavoratori, dall'altra vogliono portare attenzione sulla qualità della scuola e i bambini.
Loro sono nella graduatoria ad esaurimento, GAE per l’appunto, e sono tanti tra le 13mila e le 14 persone e da vent’anni aspettano di essere assunti. Hanno partecipato ad un corso, hanno vinto un concorso abilitante, ma le loro assunzioni non sono arrivate. Queste persone, per la maggior parte donne, sono state discriminate e le loro vite lavorative sono ancora appese ad un filo. Il piano straordinario assunzionale approvato nel 2015 annunciava assunzioni per tutte le scuole di ordine e grado. Per tutti ma non per l’infanzia. Queste persone protestano e si sentono poco fiere di essere entrate a far parte del segmento educativo 0-6 “perché questo spostamento- mi racconta una delle maestre della provincia di Napoli che incontro- ci ha strappate via il diritto d’assunzione che aspettavamo da anni. “Alcune di noi- prosegue un’altra- sono precarie da 15, 20 vent’anni. Senza assunzioni non ci sono potenziamenti nelle sezioni e le maestre in servizio sono spesso anziane. Non ce la fanno più!”

Dalla legge 107 ad oggi quelle di #gaeinfanzia non hanno ancora ricevuto risposta, ad un diritto di cui avevano pieno diritto, dal momento dell'attuazione della legge 107. Si scende in piazza per dare visibilità alla categoria e per dare visibilità la scuola dell'infanzia pubblica statale che rappresenta un 'istruzione per l'educazione dei bambini del segmento 3/6.

Cosa succede oggi nella vostra scuola d’infanzia? Chiedo alle maestre che mi parlano concitate “Io non so se oggi un genitore faccia un gesto responsabile a mandare a scuola il bambino-mi racconta una maestra- Me lo chiedo tutte le volte che finisco il turno e lascio la sezione di 26 dei bambini di tre anni alla collega. Lei è bravissima, non è quello il problema, ma ha 64 anni!” Cosa vuol dire lavorare e accudire 26 bambini a 64 anni, penso che ognuno di noi possa immaginarlo, ma il fatto è che la scuola d’infanzia dovrebbe dare educazione, attività formative e come sia possibile garantirle stanche dal lavoro e senza il sostegno delle maestre di potenziamento è tutto da verificare. “C’è chi non può andare in pensione. Le liste delle insegnati per il sostegno sono esaurite e grazie a questo esaurimento, due di noi quest’anno sono riuscite a trovare lavoro. Altrimenti dopo vent’anni di precariato, dopo aver vinto un concorso, saremmo state a casa!”

E i sindacati, chiedo alle maestre, sono in piazza con voi? “I sindacati non ci hanno mai appoggiato. E’ più comodo per loro occuparsi delle insegnati diplomate che vorrebbero entrare in graduatoria, perché c’è anche questo da raccontare: sindacati, giudici e avvocati stanno speculando sull’emergenza che si è venuta a creare e che porta la scuola verso il basso”. In piazza queste persone ci vanno a rendere manifesto un problema che riguarda loro come lavoratori, che riguarda i bambini e la scuola “In piazza andiamo per domandare giustizia per vedere riconoscere un diritto che è nostro da tempo. Ci auguriamo che le assunzioni possano essere inserite e garantite nella legge di bilancio perché noi e la scuola d’infanzia non possiamo andare avanti in questo modo. Il 15 novembre si svolgerà la plenaria in cui si verificherà chi sarà abilitato all’insegnamento e noi crediamo che il #gaeinfanzia debba avere la precedenza”.