Riforma 0-6? Non basta per rilanciare nidi e scuole. Parola a Marcello Pacifico

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Cronaca Bambina Arriva il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri per l'approvazione del Piano nazionale pluriennale di azione per la promozione del sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni. Il Ministro alla scuola Fedeli, che ha portato decreto e i finanziamenti a traguardo, commenta così "Quando a gennaio abbiamo deciso di portare avanti i decreti attuativi della legge 107, lo abbiamo fatto nella consapevolezza che sono una parte estremamente qualificante della riforma. E il decreto sul sistema 0-6 anni ne è una chiara dimostrazione". La strada, per attuare il nuovo sistema, è ancora lunga e le critiche arrivano subito.


Le critiche 
Marcello Pacifico presidente Anief, il sindacato più agguerrito e battagliero di maestri e professori, commenta la notizia con un ampio comunicato stampa (leggi qui
"Altro che stare allegri! Ai principi e alle regole, condivisibili, sulla nascita di un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni, non corrispondono risorse adeguate. Inoltre il servizio che si prospetta all’utenza pubblica continua ad essere fortemente sottodimensionato".

Quanti nidi?
"Nel decreto legislativo n. 65 si indica la copertura di appena il 33% della popolazione sotto i 3 anni. Ma la realtà è bene diversa ed è quella di un servizio ancora molto ristretto". 


Nidi: chi li gestisce?
"Si continuando a delegare ai comuni e ai privati per assolvere a quello che rimane, da Costituzione della Repubblica, un servizio pubblico a carico dello Stato." 

Nidi: chi li paga?
"La retta per la frequenza di nidi - mette ancora in evidenza Pacifico- continua, prevalentemente, a rimanere sulle spalle delle famiglie: in alcune aree, ben oltre le 500 euro al mese". 

La proposta dei sindacati 
"Viene da chiedersi per quale motivo non si è dato seguito alla nostra proposta di anticipare di un anno l’inizio della scuola dell’obbligo?" E continua 
"Introducendo un’annualità ‘ponte’ durante la quale far operare, in compresenza, maestre della scuola dell’infanzia e primaria. Questo avrebbe anche sopperito al problema delle GaE ancora stracolme di precari della scuola dell’infanzia e non considerati in occasione del potenziamento degli organici che ha invece toccato tutti gli altri ordini”.