Un anno dopo il terremoto. Come stanno nidi e scuole nelle Marche? Parola a Loretta Bravi


Loretta Bravi











E' trascorso oltre un anno dal terremoto di magnitudo 6.5 che ha sconvolto il centro Italia. La situazione è complessa da descrivere. Molto rimane da fare,  molto si sta facendo, e le polemiche sulla ricostruzione non sono mancate, nemmeno lo scorso 30 ottobre, ad un anno preciso dal terremoto. (leggi qui). Per capire meglio come stanno i nidi e le scuole d'infanzia nelle Marche abbiamo incontrato e intervistato l'assessore all'istruzione alla formazione e la lavoro Loretta Bravi. 

Servizi educativi 06. Con i nuovi stanziamenti statali oltre 5 milioni sono andati alla regione Marche. Come verranno impiegati?

Questo atto è di essenziale importanza perché si prefigge di attuare probabilmente una delle novità più salienti introdotte dalla Legge sulla Buona Scuola: un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a sei anni con risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori. 

Quali saranno la priorità da potenziare? 

L’intenzione è quella di sviluppare le potenzialità di relazione, autonomia creatività e apprendimento, pari opportunità di educazione e di istruzione, lungo tutto l’arco della vita, a partire dalla prima fascia di età: 0-6 anni. Allo stesso tempo vogliamo sostenere le famiglie nell’espletamento delle funzioni educative e nella difficoltà a conciliare il lavoro e gli impegni familiari che condizionano fortemente le scelte della coppia per ciò che riguarda il numero dei figli e la partecipazione al mondo del lavoro. La territorialità insieme agli indirizzi dati dal MIUR, è il principio che ci ha guidato perché il sistema integrato 0-6 deve avere una ricaduta ovunque nelle Marche. 

Ci sono previste risorse anche per i coordinamenti pedagogici? 
 
Ci sono poi risorse destinate ai Coordinamenti pedagogici territoriali, strumenti fondamentali per consentire ai servizi per l’infanzia di avere una loro continuità di esperienza e quindi di compiere un salto di qualità.  

Dopo il terremoto le strutture dei nidi e scuole in che salute sono? 

Sicuramente c’è ancora da fare perché il terremoto, come sappiamo tutti, è stato devastante per molta parte del nostro territorio. Debbo dire, però, che la scuola ha attratto, da subito, l’attenzione generale  e abbiamo ora un piano di interventi di ricostruzione che dovrebbe portarci alla risoluzione delle difficoltà al più presto. 

Ci sono cantieri in essere?
 
Diversi cantieri sono operativi e molti stanno per essere aperti. Anche la solidarietà di cittadini, imprese ed istituzioni si è manifestata in maniera importante per cui  molte strutture della scuola materna e della primaria sono state insediate in termini di sicurezza, funzionalità ed efficienza ed i bambini hanno iniziato l’anno scolastico in condizioni tali da garantire la ripresa della normalità. Anzi, in molti casi dispongono di attrezzature e di strumenti didattici che qualificano ulteriormente l’ambiente di apprendimento. Possiamo dire che le tensostrutture che, in alcuni casi, hanno ospitato diverse classi lo scorso anno, oggi sono, per fortuna, solo un ricordo. 

Quindi il "paziente" è guarito? 
 
Mantenendo il linguaggio clinico possiamo affermare, quindi, che avendo messo a punto una terapia efficace siamo entrati nella fase della convalescenza. Infatti, anche le comunità studentesche si stanno ricomponendo, grazie al fatto che le popolazioni stanno rientrando nei luoghi di origine dal momento che, quotidianamente, vengono consegnate le “casette”nei vari comuni colpiti dal sisma.   

Nel comune di Visso, comune nell'epicentro del terremoto, c'è un nido che rischia di lasciare fuori dei bambini. (leggi qui) Ci sono altri comuni in queste situazioni? E quali politiche ed economie si investiranno a riguardo?  

Anche il Governo Centrale ha compiuto uno sforzo importante nei riguardi della scuola delle aree terremotate. Infatti, anche per questo anno scolastico ha messo a disposizione delle risorse per  assumere personale aggiuntivo (Docenti ed ATA), nell’intento di assicurare la piena funzionalità della scuola. Tengo a sottolineare che anche la sensibilità e la costante vicinanza della Ministra Fedeli si è rivelata particolarmente preziosa, dal momento che ci ha permesso di intervenire con tempestività ed efficacia. Come Regione abbiamo promosso un intenso lavoro di squadra con i Sindaci dei Comuni interessati, con le rappresentanze sindacali, dirigenti scolastici e, soprattutto con l’Ufficio Scolastico Regionale al quale spetta la decisione di assegnare le risorse umane ritenute necessarie. 

Possiamo dare un po' di numeri?
 
Questo impegno ha fatto sì che a settembre 2017 si è riusciti ad assegnare ulteriori 95 posti di personale ATA e 57,2 posti di personale docente ed educativo, per una spesa complessiva mensile di 322.807,49 euro, rispondenti alle oggettive priorità rappresentate dai territori, condivise a livello regionale.  Si sta concludendo ora una seconda fase di risposta alle esigenze manifestate che vede l’assegnazione di posti (sempre docenti ed ATA) alle secondarie di I grado e 1 posto di scuola dell’infanzia (un posto intero corrisponde ad un incarico di 18 ore di docenza settimanale e costituisce una cattedra) all’ISC di Montegiorgio plesso di Monsanpietro Morico, per consentire la trasformazione della sezione presente da anti-meridiana a tempo normale. Entro febbraio partirà invece la fase 3: l’Ufficio scolastico regionale ha lasciato una somma di altri 11 mila euro mensili come disponibilità residua da utilizzare per ulteriori evenienze, che si potrebbero determinare con il proseguire del rientro delle famiglie nei paesi di origine dalla costa e il conseguente incremento della popolazione scolastica nell’anno in corso come segnalato dalla Protezione Civile. 

Legge regionale sui nidi e servizi educativi 0-3 è da rivedere? Se si, come?

Le novità introdotte dalla Legge 107 in materia di sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 inducono a rivedere la normativa regionale (L.R. 9/2003), nonostante mantenga aspetti di modernità e di efficacia.
Stiamo costituendo il Tavolo regionale di coordinamento del sistema integrato, che prevede un’ampia partecipazione dei possibili attori ed in quel contesto valuteremo anche come intervenire sulla normativa.
E’ certo che l’Amministrazione regionale intende cogliere questo momento per innalzare la qualità dell’offerta formativa del nostro sistema di istruzione, per creare una forte sinergia tra le varie competenze presenti sul territorio e, soprattutto, per affermare, in maniera dinamica e vitale, il convincimento che la crescita culturale di una società ed il suo sviluppo economico si determinano attraverso una reale, costante, collaborazione tra la scuola, la formazione ed il mondo del lavoro, a partire dai primi anni di vita.