Caro Mattarella: le parole non bastano!


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Quando i genitori si permettono un atteggiamento di contrapposizione alla scuola vanno anche contro l’interesse dei propri figli, perché sono la collaborazione, il dialogo, lo scambio di opinioni tra famiglia e scuola che consentono a ciascun bambino o bambina di esprimersi con pienezza”. Sono le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a commento degli ultimi fatti di cronaca.

Quelle pronunciate dal Presidente sono parole importanti.- ringrazia il Ministro all’istruzione Valeria Fedeli, che continua- Ringrazio il Presidente Mattarella in particolare per aver sottolineato l’importanza di un rinnovato rapporto di fiducia fra la scuola e le famiglie, che è la base fondamentale per garantire a ciascuna ragazza e ciascun ragazzo di formarsi in un contesto di collaborazione in cui possano esprimere se stessi e sviluppare la loro personalità in modo completo”.
La scuola non si aggredisce, la scuola si sostiene.
Dichiara ancora il Ministro Fedeli. Eppure in questi ultimi tempi in cui i fatti di violenza, aggressione sembrano moltiplicarsi vorticosamente, non ci sono state ipotesi di contenimento, di analisi del fenomeno. C’è stata una valutazione da parte degli esperti dell’educazione, convocati solo in situazioni tardive, quando appunto la violenza è dilagata.
L’analisi dei fatti
Tra le tante dichiarazioni e commenti degli esperti, e dei meno esperti, emergono ipotesi per una lettura sociale del fenomeno che potremmo riassumere in tre punti. Primo: c’è una mancanza di fiducia da parte dei genitori nei confronti della scuola. Secondo: la scuola non ha più autorità nei confronti di adulti e bambini. Terzo la perdita del controllo da parte dei genitori pare avvenire per ansia, stress e non accettazione dei limiti e dei fallimenti degli stessi figli. Tutte queste letture non sono state supportate da un’analisi dei fatti. Non sappiamo nulla sulla situazione delle famiglie. Non sappiamo che lavoro svolgano, quanti anni hanno, non sappiamo se hanno un sostengo vicino ecc ecc Non lo sappiamo in modo statistico se ci siano delle componenti ricorrenti o meno… Non lo sappiamo perché un analisi dei dati e dei fatti non è stata fatta. C’è stata solo “un’analisi” mediatica, poco utile, a dar chiarezza al quadro.
Senza analisi mancano soluzioni
Oltre a non aver ipotizzato analisi mancano anche le risposte, ipotesi di soluzioni, o anche semplici idee. Il Ministro applaude e ringrazia il presidente che ha preso le difese degli insegnanti. Personalmente che il Presidente prenda le difese dei lavoratori mi pareva piuttosto scontato e anche un po’ pochino. Le vittime, o meglio le potenziali vittime, tutti i giorni tornano al lavoro. E hanno bisogno di fatti non di parole. Tutti ne abbiamo bisogno: gli insegnanti, i genitori, i bambini e i ragazzi. E le risposte devono venire dalla politica e essere coordinate con sapienza. Tutti quelli che sono a scuola dall’infanzia all’università hanno bisogno di fatti. Adesso! O dobbiamo aspettare che succedano fatti più gravi?