Fascisti a Bologna? Abbiamo bisogno di risposte pedagogiche

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Pensieri e parole... Ieri Forza Nuova, movimento di estrema destra, è arrivata a Bologna per fare un comizio elettorale. Il comizio, dopo varie discussioni, si è svolto in centro città, e non in periferia come si era ipotizzato inizialmente. E Bologna durante la giornata ha avvertito questa presenza estranea, ancora prima dell'inizio del comizio. Ci sono stati scontri fin dal mattino quando alcuni manifestanti, tutti giovani, hanno fatto incursione a Palazzo comunale per appendere lo striscione "Consiglio comunale complice dei fascisti". E se da una parte ci sono giovani vestiti di nero, pochi (secondo il fatto quotidiano erano solo in 11) dall'altra c'erano altri giovani rossi, diciamo così per semplificare. Entrambi hanno agito nel caos lasciato da una mancata guida politica, sempre più evidente, e da una mancata risposta pedagogica. Questo secondo aspetto è quello che mi interessa di più e sul quale credo valga la pena fare un ragionamento che alla fine ci porta al pedagogista Loris Malaguzi che affermava: "educare è politica".
   



Cosa ci insegna la pedagogia? 

Se consultiamo il dizionario leggiamo che "la pedagogia è la disciplina umanistica che studia l'educazione e la formazione dell'uomo nella sua interezza ovvero lo studio dell'uomo nel suo intero ciclo di vita.... Insieme alle altre Scienze Umane si rivolge dunque ai contesti formali, non-formali e informali dove avviene il processo di "trasformatività" proprio della pedagogia stessa". (Wikipedia
Negli anni la pedagogia si è evoluta e molti studiosi hanno portato diverse teorie all'attenzione collettiva. Ogni studioso ha tentato in fondo, con diversi approcci, a ottenere lo stesso compito, quello di migliorare la vita dell'uomo, nel tentativo a volte utopistico di renderci persone migliori.  

La pedagogia accoglie tutte le domande

Una delle componente più affascinanti della pedagogia è sua la capacità di accogliere tutte le possibili domande con la massima trasparenza e semplicità. Accoglie domande che potrebbero sembrare imbarazzanti o complicate, per dare risposte concrete e utili. Come? Individuando il vero problema, che si nasconde a volte dietro alla domanda, o ad una necessità, e a quel punto pone lo stesso soggetto in grado di darsi le migliori risposte per potersi evolvere. Un lavoro molto difficile, non c'è che dire! Ma è anche un lavoro davvero affascinante che tende, ed è bene dirlo, al miglioramento delle due parti in gioco: colui che educa e colui che deve essere educato.

Il ritorno al fascismo esprime delle domande

In piazza ieri, che fossero rossi o neri, c'erano giovani, giovani a mio parere in cerca di risposte. Un giovane che oggi si ispira e segue l'ideologia fascismo pone delle domande alla collettività. E la collettività evidentemente non ha saputo dare risposte corrette. E il fascismo che non ha trovato posto nella storia ce lo ritroviamo purtroppo ancora vivo nel presente. E questo succede nonostante il grandissimo sforzo di narrazione di chi ha vissuto la guerra e il fascismo. 
Attorno al fascismo troppo spesso cala il silenzio o si danno risposte stereotipate. Il fascismo ha lasciato un segno netto nella storia del nostro paese. Ha lasciato anche una falsa ideologia che piace ancora a qualcuno, affascinando più di tutti i giovani, che amano le situazioni estreme. Le ragioni del fascismo storico, e le domande che pone non devono rimanere dentro dibattiti per specialisti del periodo, ma vanno accolte e vanno spiegate! Va fatto capire che il motto "forte con i forti e gentile con i deboli" è stato in realtà applicato al contrario. Va fatto intendere che Mussolini mirava al potere e l'ha ottenuto passando per la strada della violenza e una buona dose di vigliaccheria - forte con i deboli!. Va spiegato che il suo potere ha generato violenza e anche tanta corruzione, come ha mostrato bene Luigi Zampa ne "Gli anni ruggenti". 

Le risposte sbagliate hanno bisogno di pedagogia
 
Ai manifestanti che ieri sono scesi in piazza per picchiare i fascisti, diversi da loro, estremamente diversi, va spiegato che la violenza non è una risposta utile. Questi ragazzi non hanno valutato alcuna altra possibilità. Hanno agito come sono stati in grado di agire, esprimendo la rabbia con la violenza. Eppure non mi sento di condannare questa risposta che pur sbagliata ha tentato di colmare un'azione che il mondo politico non ha voluto o saputo fare.

La pedagogia offre risposte  
  
Maria Montessori, tanto per fare un esempio, offriva ai ragazzi in conflitto uno spazio di confronto pacifico per dialogare di ciò che aveva ferito entrambi. Questo spazio è mancato ieri, manca da molto tempo e i politici, oltre a non dare spazi di dialogo, non hanno saputo vedere il problema e accogliere le domande. Hanno adottato la risposta più sbagliata: non hanno agito. 
La pedagogia potrebbe essere una buona risposta alle tante domande in gioco sempre che si dia la possibilità di agire e trovare a questa disciplina uno spazio di dialogo, come faceva la Montessori.