Violenza: dal nido alla scuola. Un’emergenza lasciata libera
















Pensieri e parole... Cosa succede nei nidi e nelle scuole? Lo scorso anno all’associazione La via dei Colori, che si occupa di contrastare e monitorare la violenza nei contesti educativi, sono arrivate tante segnalazioni. 5000 circa. E se è certo che non tutte le denunce, si sono rivelate necessarie o motivate, è anche vero che i numeri sono da capogiro e descrivono una paura dilagante tra i genitori. Intanto nelle scuole insegnanti e maestri lanciano una petizione che potete firmare e leggere qui . "Vogliamo una legge contro la violenza sugli insegnanti" In pochi giorni si sono raccolte oltre 75 mila firme.


A scuola 24 casi di violenza contro gli insegnati in un anno

Le notizie che si sono succedute sulle pagine dei quotidiani quest’anno sono state tante. Ventiquattro. Non si è trattato sempre e solo di studenti contro insegnanti ma anche genitori contro insegnati. I fatti di violenza sono stati gravi, immotivati e poco condannati. La richiesta della petizione è inasprire la pena e attribuire maggiori sanzioni a chi maltratta gli insegnanti. La petizione si rivolge curiosamente al presidente Mattarella. La Cgil appoggia e spinge "Ci costituiamo parte civile contro i genitori violenti"

Più sanzioni? una voce fuori dal coro

Rino Di Meglio coordinatore nazionale della Gilda avverte: "Le leggi già ci sono, il responsabile legale della sicurezza dei docenti, in quanto lavoratori, è il dirigente scolastico".

Al nido e all’infanzia maltrattamenti e violenza

In questo scenario la scuola d’infanzia ha lo strano e poco invidiabile primato di incrociare due tipi diversi di violenza: quelle dei genitori contro le maestre, e quella delle maestre contro i bambini. Le notizie che riguardano nidi sono diverse e pongono un problema di diversa natura. Chi subisce, i bambini, non sono MAI ad arme pari. E se la maestra, o l’educatrice, maltratta, sono in tanti a subire. Difficile poi accertare quali danni restituisca nel tempo e nelle vite dei bambini i maltrattamenti.
Anche su questo fronte ci sono state richieste di maggiori tutele e sicurezze, ed è stata lanciata, a furore popolare da un gruppo di genitori, l’uso delle telecamere nelle strutture. Sulla cronistoria e l’affondamento delle legge ne abbiamo scritto di recente. (leggi qui) Nel mentre non si è fatto NULLA e le violenze sono continuate come prima. Senza tutele o prevenzioni.

Violenza libera: la politica non c’è...

I temi tra scuola e nido in realtà molto diversi. Hanno in comune però alcune cose: violenza e paura in primis, ed entrambe denotano un grande malessere che si sta verificando, non solo tra generazioni diverse, adulti e bambini o adolescenti ma anche in contesti educativi. I fenomeni però presentano problemi relazionali molto diversi: da una parte c'è l'adulto a colpire, dall'altra è l'adulto in quanto insegnate a subire.

Fuori dalle pareti domestiche tra le parti scolastiche

Tutti gli studi dimostrano che i maggiori casi di violenza si consumano tra le pareti domestiche nelle relazioni più intime e vicine. Eppure ora sembra che la violenza esca e dilaghi anche fuori. Perché tanta violenza si consumi tra le pareti della scuola dovrebbe farci riflettere sull’educazione, sul senso civico, e sulla mancanza di controllo dello stato psicofisico del personale che manca oggi come ieri. E questa discussione, almeno tra gli esperti, è molto affrontata ed è anche vecchia di anni. 

E lo Stato?

Il "suolo pubblico" (nidi e scuole) sono amministrati e gestiti dallo Stato. E quando le regole sono ben pensate e applicate, fin dall’alto, anche di fronte all’incidente, al fatto violento, al "caso", il sistema regge. Invece la scuola e i nidi da questo punto di vista sono lasciati soli a loro stessi.
Sull'onda emotiva e della paura le uniche proposte emerse sono state inasprire le pene o controllare con telecamere. Due soluzioni possibili ma pur sempre blande e che non analizzano con la dovuta attenzione l'ENORME problema a cui siamo di fronte.