Crescere figli felici. Parola a Debora Conti





Intervista a… a BolognaNidi incontriamo spesso pedagogisti, pediatri, psicologi, educatori e maestri per parlare di bambini e formazione, di genitorialità e metodi educativi... Oggi invece usciamo dal solito, dal consueto, e incontriamo un’altra figura professionale per parlarci di bambini e di educazione. Debora Conti per molti non ha bisogno di presentazioni, è un Coach e trainer di PNL certificata che gira l’Italia e riempie sale con persone che vogliono imparare e migliorarsi. Eppure anche lei, donna di successo, ed esperta di comunicazione, alla nascita della sua prima figlia, si è trovata in difficoltà… Da questa esperienza è nato il libro Il linguaggio emotivo dei bambini che spiega in modo pratico e semplice lo sviluppo della mente del bambino e il segreto linguaggio dei bambini. Oggi la incontriamo per farci raccontare il suo punto di vista, in caso vogliate approfondire il 5 e il 6 maggio potrete incontrare la Conti all’Hotel Corallo di Riccione per un week end formativo.





Debora da anni fa la coach per adulti ma ad un certo punto decide di occuparsi di educazione. Perché?
Faccio la coach e trainer per adulti da più di 10 anni ma quando è nata la mia prima figlia mi sono messa le mani nei capelli. Con i bambini non ci sono filtri cognitivi, non si può discutere né trovare un compromesso. Nessuno prima mi aveva anticipato quanto fosse complicato tra pianti, notti insonni, stanchezza da gestire... Non avevo paragoni e non avevo veramente idea.

E di fronte all’imprevisto della maternità: cosa fa?

Mi ritrovai a leggere vari libri per gestire il pianto e le varie tipologie di pianti. Poi con la prima figlia (poverina!) cresceva e arrivavano i primi capricci tipici dei "terrible twos" mi ritrovavo di nuovo spiazzata.

Perché era tanto spiazzata?

Perché non si può spiegare a un bambino in preda a una crisi che "è sbagliato", che "non si fa". Non ascoltano. Così mi formai con il metodo comportamentale insegnato dallo Yale Parenting Center del professor Kazdin e riuscii a capire l'importanza del linguaggio propositivo.

In cosa consiste il linguaggio propositivo?

Poche parole, neutre e senza rabbia e in positivo cambiarono letteralmente il mio rapporto con la prima figlia. Nel frattempo arrivò anche la seconda e mi formai anche con la Positive Discipline per aiutare i bambini a crescere come esseri indipendenti e responsabili delle proprie "piccole" cose: tra compiti da svolgere in casa e emozioni da gestire anche quando noi non ci siamo.

Il linguaggio emotivo dei bambini" unisce la sua esperienza di trainer di Programmazione Neurolinguistica con il metodo Figli Felici. Cosa l'ha conquistata di questo particolare metodo?
La PNL dà moltissima attenzione alla parola. Alla parola giusta e detta nel momento giusto. La mia formazione in PNL mi dice che non posso parlare a un figlio quando è in preda a un capriccio. Non mi ascolterebbe, voglio parlargli quando il suo stato emotivo è neutro o rilassato. La PNL mi aiuta a diminuire quei "devi", quelle frasi fatte come "perché lo dico io" che non voglio dire né insegnare nulla... La PNL è attenta anche ai silenzi, al tono di voce che - come per la Positive Discipline - vuole viaggiare tra il dolce e il fermo, mai urlando, mai isterico, mai furioso!


La PNL l'ha resa una mamma perfetta?

La PNL, mi fa capire che fisiologicamente è impossibile che io non mi arrabbi mai più, sono un essere imperfetto anche io, con un cervello limbico, l'amigdala che si arrabbia e mi arrabbierò ancora. Potrò gestire anche i miei eccessi di nervosismo con le giuste tecniche di gestione emotiva. 

Come fare per...essere genitori più pazienti?
La preparazione è sempre il punto di partenza. So cosa sbaglio e quindi so come correggerlo. Tutto questo sulla carta, ma la vita è un'altra cosa. Nella vita mi arrabbio e poi è difficile cambiare stato NEL momento. Ecco perché la "preparazione" è la chiave per cambiare.

E quindi?

So che se mia figlia piagnucola io tendo ad arrabbiarmi e allora posso "educarmi" (o come si può pensare in PNL, "programmarmi") a gestire al meglio quei momenti, proponendomi alternative più produttive. Posso chiedermi: "La prossima volta che mia figlia fa quella cosa, cosa VOGLIO fare per restare serena? Pensare comunque a quanto sono fortunata ad averla come figlia? A distrarre mente e sistema nervoso a vantaggio di un buon esempio da dare?"

Durante la sua carriera ha incontrato tante persone che cercavano soluzioni ai propri problemi: perdere peso, essere meno dipendenti emotivamente e via discorrendo. Ritiene che i genitori siano una "categoria" particolarmente  in affanno? Malsicuri? Consigliati male?  Confusi?
Ritengo che siamo la generazione migliore di genitori nella storia dell'uomo. Siamo rispettosi, amorevoli, ci mettiamo in discussione, ci formiamo, chiediamo scusa, ascoltiamo. I principi su cui io lavoro sono molto simili dal mio punto di vista: io lavoro con le persone per correggere comportamenti non utili, reazioni non utili, il proprio dialogo interno, come vedono il mondo... Partendo da dentro, l'obiettivo è un passo secondario. Detto questo, il genitore che modifica l'approccio linguistico con precise tecniche di "Figli Felici" arriva molto preso a una modifica di relazione con i figli... ahimè, molto prima di una persona che vuole ritornare alla propria forma e che, dopo aver cambiato le proprie abitudini, deve comunque aspettare il giusto tempo!