Tutto bene sul fronte Zero Sei...eppur si chiude...

BolognaNidi















Cronaca Bambina E’ questo un periodo di grande fermento per i servizi educativi 0-6. Tra iscrizioni e open day le notizie che riguardano i nidi sono molte. Ma anche le scuole d’infanzia, nel loro 50 compleanno, si affacciano nelle pagine di giornali e riviste. Ci sono poi gli esperti che s'incontri per discutere di nidi e scuole, e come la legge Zero Sei stia procedendo nel suo cammino. ( Sabato scorso a Bologna si è radunato il gruppo nazionale nidi) Ma anche di fronte ad una normativa che sostiene i servizi, che li finanzia e che ha riconosciuto ai nidi la possibilità di assumere educatori per il loro funzionamento, nidi e scuole, qua e continuano a chiudere. Elenchiamo tre piccole notizie in un grande mare di notizie, che sono pur sempre significative e che testimoniano come le “scuse” per chiudere non vengano mai meno tra gli Amministratori.... anche dove nacque la prima scuola materna d'Italia.


In Lombardia

In questo paese il mitico pedagogista Ferrante Aporti fondò la prima scuola infantile in tutta Italia. Era il 1834 e molto prima della scuola statale, il pedagogista in gonnella (era un prete) aprì questa struttura per i bambini poveri. Una vera e propria rivoluzione perché non si trattava di un ricovero come ce n'erano già, ma di una vera scuola...Oggi a distanza di tanti anni a San Matino dell'Argine succede qualcosa di strano e il rischio concreto è la chiusura. A dare l'allarme è il sindaco Alessio Renoldi che è rimasto colto di sorpresa dalla normativa. La legge dice che per avere due sezioni servono almeno 36 bambini iscritti, ma dice anche che una sezione sola può avere al massimo 30 bambini.
Tra i 30 e i 36 c'è una situazione di vuoto normativo. Gli iscritti potenziali sono 36, ma tre di questi sono anticipatari e non possono essere conteggiati tra gli iscritti, quindi i bimbi risulterebbero 33.  
E quindi?
Il provveditore che ha incontrato lo stesso sindaco ha spiegato che la soluzione sarà il trasferimento dei bambini in altra scuola nelle vicinanze. Il sindaco dichiara sulle pagine del quotidiano locale OglioPo News "Questo, oltre a comportare la perdita di un’insegnante e di una collaboratrice scolastica (bidella), comporta anche una perdita economica rilevante per il Comune. Avere 5-6 bambini in meno perché vengono spostati altrove implica meno entrate per le iscrizioni, per la mensa, per i servizi scolastici etc.. Ma le spese per noi sono sempre quelle: gestione, riscaldamento, luce, cuoca etc.. Per una piccola Scuola come la nostra è un danno economico esorbitante...”. 



In Liguria

Nella vicina Liguria sono altri i problemi e l’asilo di Fabbriche a Voltri e la
“primavera” della scuola dell’infanzia Porto Antico destinate alla chiusura per mancanza di bambini. L’assessora alla Scuola di Genova Francesca Fassio, annuncia tagli imposti dal calo demografico e che comportano la necessità di razionalizzare costi e servizi. “È una situazione piuttosto complicata– spiega la Fassio- Al Porto Antico ci sono solo 9 bambini e a Fabbriche appena 8. Ci stiamo chiedendo se è veramente indispensabile garantire un servizio per pochi e che pesa sulle casse del Comune oppure, se i genitori si possono appoggiare a strutture vicine, magari con qualche sacrificio”. Dichiara sulle pagine di Repubblica. (leggi qui)

Ad Aosta

mentre in Valle D'Aosta di fronte al calo dei bambini si pensa di chiudere 8 scuole dell'infanzia. La denuncia, in questo caso arriva dai sindacati che sottolineano come a rischio oltre a 14 cattedre ci siano anche la perdita di un prezioso luogo educativo... In fondo è chiaro che se mancano i servizi e le strutture per accogliere i bambini, mancheranno anche i bambini a popolare i territori, imponendo ai neogenitori altri posti dove vivere e fare crescere i propri bambini . Leggi qui